“GREEN PLEASE” di Ludovica Amici

Non abbiamo conosciuto la guerra, non sulla nostra pelle. L’abbiamo studiata sui libri di scuola e ci è sempre stato detto che siamo una generazione fortunata a non averla mai nemmeno sfiorata.

Siamo cresciuti nei magici anni Ottanta e Novanta, figli di un benessere che sembrava destinato a non finire mai, in un sogno collettivo di crescita incondizionata.

Non siamo in guerra, è vero, non nell’accezione comune del termine, ma siamo sicuri che la nostra vita sia meno esposta al pericolo di quanto sia stata quella dei nostri nonni o bisnonni?

“Green Please” ci ricorda che l’inquinamento atmosferico uccide ogni anno più di quatto milioni di persone in tutto il mondo.

Non abbiamo a che fare con un nemico ben visibile, esterno ed estraneo a noi, né con una minaccia temporanea, destinata a svanire. Il nemico, paradossalmente, siamo proprio noi, la specie umana, e la posta in gioco è la nostra stessa esistenza.

“Green please” suona come una supplica, come una richiesta di presa di coscienza.

Non possiamo più permetterci di abbassare lo sguardo, né di procrastinare, questo il messaggio forte del libro, che offre una panoramica chiara, esaustiva, completa non solo delle problematiche connesse al cambiamento climatico, ma anche delle iniziative nate nei luoghi più disparati del pianeta per contrastarne gli effetti.

E’ un libro in cui sconforto e speranza si alternano e si bilanciano in un equilibrio sottile, come è giusto che sia, perché troppo facile sarebbe credere pessimisticamente che non ci sia più nulla da fare per salvare il pianeta. Invertire la rotta si deve e si può, come dimostrano le azioni concrete di centinaia di attivisti in tutto il mondo, che in alcuni casi hanno raggiunto obiettivi importanti.

Mai come oggi abbiamo bisogno di speranza e d’incoraggiamento a seguire modelli virtuosi, che ci facciano mettere in discussione il nostro stile di vita improntato a un consumo inconsapevole, che ci sembra l’unico possibile.

Cosa mangiamo? Come ci vestiamo? Come ci spostiamo? Come consumiamo? Come gettiamo?

Leggendo il libro ho capito che c’è una grande fetta di mondo che si sta ponendo queste domande e che si sta muovendo per trovare risposte sostenibili.

Se dall’appello di un bambino di nove anni nasce un movimento mondiale che pianta un milione di alberi, se un gruppo di ragazzi italiani progetta un robot in grado di ripulire il mare, se si è oggi in grado di produrre carne vera e propria in laboratorio, senza più allevare, uccidere e macellare gli animali, se con il Vertical farming si arriverà presto a coltivare in ambienti protetti, senza più pesticidi e sprechi di acqua, significa che qualcosa si sta muovendo e che non bisogna far altro che lasciarsi trasportare da questo vento.

“Green please” ci insegna che il cambiamento climatico può rappresentare una grande opportunità, che la sfida è nelle nostre mani e che non possiamo più lasciare che siano i potenti della Terra a decidere del nostro futuro.

Provare a fare rumore, a cambiare la rotta, a lasciarsi trasportare da quel vento si può e si deve.

“Green Please”, di Ludovica Amici, Edizioni Clichy

Ludovica Amici è una giornalista e scrittrice, autrice di libri, di documentari d’inchiesta e di articoli per riviste e quotidiani come Panorama, Condè Nast e Il Fatto Quotidiano.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...