Parole di carta

Articoli in primo piano

Il mio secondo romanzo: Se ci credi, Ianieri edizioni

Non so dire con precisione quando sia nata l’idea. Non ricordo il momento, l’attimo in cui mi sono seduta alla scrivania e ho digitato il primo carattere. Una cosa la ricordo: volevo parlare di sogni. Eh già, perché i sogni per me sono una cosa seria, molto seria. Ne faccio molti, estremamente complessi, quasi sceneggiature di film surreali, che al risveglio mi restano addosso, per giorni. Non riesco a tenere tutto dentro, ho un estremo bisogno di esternare i conflitti, e, quando mi capita di lasciarne uno in sospeso, ci pensano i sogni a ricordarmi che è sempre lì, da qualche parte, che aspetta di essere risolto. Quando ero alla scuola media, litigai con la mia migliore amica; non mi comportai bene e questo non era da me. Mi iscrissi al liceo, allo stesso liceo di Valentina, la mia amica, e il rimorso mi logorava. Non lo davo a vedere, no. Trascuravo e ignoravo quel campanello, che però non smetteva di risuonare di notte, così ho continuato a sognare Valentina per anni. Un giorno ho deciso: dovevo chiamarla. Così ho cercato il suo numero sull’elenco del telefono e l’ho digitato di corsa, prima di ripensarci. “Ciao, sono Emanuela, ti volevo chiedere scusa perché mi sono comportata davvero male con te alla fine della terza media”. Dall’altra parte del telefono l’esitazione di chi pensa a uno scherzo o forse a una che è andata un po’ fuori di testa. Da quel momento, però, non l’ho più sognata e mi sono sentita in pace con me stessa. Non so se sia un caso che il personaggio femminile del mio libro si chiami proprio Valentina. Forse no. Volevo parlare di sogni, di inconscio, di interiorità. Valentina è la proiezione dei desideri di Marco, un ragazzo che da troppo tempo ha smesso di guadarsi dentro. Quanti di noi lo fanno? Non è più facile guardare fuori, distratti da miriadi di stimoli e di immagini che ci passano davanti? Marco non si ascolta e lascia che le decisioni che lo riguardano siano prese da altri. La sua vita scorre veloce, come un film, ma senza colori. Un giorno viene svegliato dalla realtà e si ritrova a sognare la sua vita, esattamente come la vorrebbe. Valentina è l’incarnazione del suo bisogno di felicità, è una proiezione di se stesso. Valentina è Marco che non ha più paura di credere nei sogni, che prova a realizzarli mettendosi in gioco, che davanti a un bivio sceglie la strada più rischiosa.

Credo molto nel potere delle parole. Nel mio caso sono un mezzo per esprimermi e per conoscermi meglio. Scrivere è un atto creativo, come la pittura o la musica, e l’atto creativo è ciò che più ci avvicina alla dimensione spirituale, sollevandoci da terra. Ogni giorno prestiamo attenzione al nostro aspetto, a sembrare più giovani, a non mostrare difetti estetici, ad apparire vincenti e accattivanti, come c’insegnano i social. Quello che trascuriamo rischia di restare avvolto in una grossa matassa dentro di noi. “Se ci credi” è un invito a metterci in sintonia con noi stessi, a cercare di sciogliere quella matassa e a credere nei sogni.

Giovedì 16 Dicembre, alle 18.00, il libro verrà presentato presso l’Altrove Teatro Studio, in via Giorgio Scalia 53. Alla presentazione la sociologa e consulente familiare Chiara Narracci dialogherà con me sui temi del libro e Concetta Pungitore, allieva del laboratorio teatrale Acting Lab, diretto dall’attrice e regista Giorgia Mangiafesta, leggerà dei brani del romanzo.

Ultimi Articoli

“GREEN PLEASE” di Ludovica Amici

Non abbiamo conosciuto la guerra, non sulla nostra pelle. L’abbiamo studiata sui libri di scuola e ci è sempre stato detto che siamo una generazione fortunata a non averla mai nemmeno sfiorata. Siamo cresciuti nei magici anni Ottanta e Novanta, figli di un benessere che sembrava destinato a non finire mai, in un sogno collettivo…

ONCE I WAS… EMOZIONE A TEATRO

Un padre che nella musica cerca il suo riscatto e che con la droga prova a riempire un vuoto. In quella voragine interiore finisce anche lui, Jeff, che suo padre lo conosce solo attraverso quelle maledette canzoni passate in radio.Perché non può amarlo? Perché non può amare anche suo figlio, come ama la sua musica?Anche…

Parole di carta

MANZONI: DAL BANCO ALLA CATTEDRA, UNA RISCOPERTA Per tutti gli anni della scuola, da studentessa, Manzoni non l’ho capito un granché. Il suo romanzo mi sembrava un polpettone troppo infarcito e decisamente poco digeribile. Puo’ sembrare un’eresia, ma è la pura verità. Di sicuro non avevo gli strumenti e le capacità per apprezzare un capolavoro…

Seguimi

Ricevi i nuovi contenuti direttamente nella tua casella di posta.